Wanda Bernardini
Biografia
Wanda Bernardini ha svolto l’attività d’insegnante nella Scuola Primaria del suo paese di nascita Castiglion Fiorentino.
Dal suo desiderio, mai spento, di promuovere la cultura, nel 2007 fonda a Castiglion Fiorentino L’UNITRE, l’Università delle Tre Età e viene eletta Direttrice dei corsi.
Contemporaneamente comincia ad interessarsi delle tradizioni socio – culturali del territorio, in particolare quelle che riguardano la donna nei due passaggi fondamentali della sua vita, prima come sposa, poi come madre.
Dalle ricerche nascono due libri, C’era una volta la Sposa nel 2009 e Come nascevano i Bambini nel 2011 entrambi premiati per la sezione saggistica dall’Associazione Scrittori Aretini TAGETE.
Nel 2014 pubblica il libro Io Confesso per il Giubileo di Don Virgilio Annetti.
Presso la Casa della Salute di Castiglion F.no è componente del Centro per la Promozione della Salute dei cittadini.
Nella ricorrenza del centenario della Grande Guerra inizia a scrivere il libro Voci di donne: drammatica e commovente raccolta di storie vissute dalle donne negli anni dal 1915 al 1918 e concluso a Giugno del 2016
Testi / Opere
Se non si conosce la propria storia, si è condannati a viverla come se fosse un destino personale.
Siamo invece il prodotto dei nostri genitori e dei loro antenati.
Solo conoscendo la loro storia potremo capire chi siamo.
Bello sarebbe stato nascere nella mitica età dell’oro,
in cui gli uomini vivevano come dei,
senza affanno in cuore,
senza vecchiaia,
e morivano come vinti dal sonno.
Pater è la parola sublime che Cristo pronunciò dalla croce.
Padre è una parola stupnda, che ci fa sentire di non essere mai soli.
Senza di lui non saremmo stati e non saremmo oggi.
Il padre ci ha generato.
E c’è il padre spirituale, il sacerdote che si unisce con la fede ai molti destini della gente, in un lieve consumarsi del tempo.
Cinquant’anni, mezzo secolo è il tempo che Don Virgilio ha vissuto nella piccola, ma vitale comunità di Rigutino, nel cuore della Toscana aretina, divenendo il parroco padre di più generazioni che si sono ispirate a lui come figura celebrativa della vita, che non si esaurisce sulla terra.
La Grande Guerra ferì le terre del Friuli, Venezia Giulia, Slovenia, Valle dell’Isonzo.
Da noi ferì profondamente il cuore dei familiari di coloro che non tornarono.
Rimaste sole le donne dovevano provvedere al sostentamento della famiglia, ora costituita da piccoli e anziani.
Così anche loro la guerra l’hanno vissuta pur senza combatterla.